Assemblea 31/1/2016

Assemblea di chiusura 2015 e condivisione dei progetti in ponte per il 2016!

014 015

Abbiamo raccontato come è andato l’anno 2015, il nostro lavoro, di cosa ha funzionato bene e di qualche immancabile raccolto deludente o inesistente. Rispetto alla programmazione della passata Assemblea:

  • è’ stato mantenuto l’allargamento dell’orto a 2,5 ha suddiviso tra colture invernali ed estive
  • sono state messe a dimora circa 200 piantine di piccoli frutti/frutti di bosco che dovrebbero entrare in produzione in estate (resta parte della copertura ombreggiante da terminare)
  • il grano Verna è stato seminato a fine Ottobre sui terreni di Massimo&Silvia a Monteveglio pari a 2,5 ha
  • attualmente sui terreni di Crespellano è presente una coltura di leguminose da sovescio che saranno interrate in primavera per aumentare la fertilità dei terreni

Abbiamo aperto condividendo un nostro “cruccio” degli ultimi mesi, stiamo constatando una elevata richiesta di farina che con i terreni a disposizione non riusciremmo ad evadere per via della necessità di rotazione delle colture. E’ infatti necessario alternare di anno in anno un cereale a una leguminosa mentre la stessa coltura non dovrebbe ritornare sullo stesso terreno prima di 4 anni (anche 5 se possibile). Abbiamo perciò condiviso l’ipotesi del piano colturale previsto da qui al 2021 (le annualità si riferiscono agli anni di “raccolto”):

piano colturale

La situazione è complicata dal fatto che i terzisti che effettuano le lavorazioni dei terreni (soprattutto per trebbiatura e trasporti) si muovono a fatica per un solo ettaro e si è praticamente costretti, anche per diluire leggermente i costi, a coltivare lotti di minimo 2 ettari per coltura. Il risultato è che il raccolto finale diventa quantitativamente importante, sia perchè possa essere gestito in autonomia, sia per poterlo trasportare nei luoghi di pulizia/stoccaggio, sia per potere avere le forze di distribuire tutto direttamente. In particolar modo, quando si tratta di produzioni di leguminose, oleaginose o anche semplicemente di farro, ognuna di queste colture produce attorno i 30 q.li/ettaro ed è una quantità che non può essere assorbita annualmente tramite i nostri canali. Se 50/60 q.li di grano antico Verna possono essere la richiesta annuale facilmente distribuibile, ad esso dovranno succedere altre colture in rotazione, che siano ceci, farro o soia (prima di potere riseminare il grano sullo stesso terreno), ognuna delle quali potrebbe produrre 60 q.li di granella che in questi casi diventa una quantità decisamente enorme per noi e per le famiglie che ci seguono.

Per questa ragione abbiamo scelto di partecipare a un bando Asse 2014-2020 che dovrebbe consentirci di avere la certificazione biologica praticamente gratuita, incluse le consulenze, sui terreni adibiti a seminativo. In questo modo dovremmo riuscire ad avere maggiori sbocchi per queste quantità di prodotto presso botteghe biologiche, fornai, pastifici, mulini.

Resta il punto a cui non abbiamo tutt’ora trovato soluzione, il più importante in verità: se il grano Verna non può ritornare prima di altri 2-3 anni sui terreni di Crespellano e Monteveglio, dove lo semineremo a Ottobre 2016 e Ottobre 2017? Si cercano terreni “in prestito” o a contratto per queste annualità che non confinino con frutteti coltivati in convenzionale, lontani da strade trafficate e fonti dirette di inquinamento/elettromagnetismo, che non abbiano subìto colture convenzionali da minimo 2 anni. L’ideale sarebbe un podere di erba medica giunto a fine produzione.

Abbiamo, poi, condiviso i risultati del questionario diffuso tra Novembre/Dicembre commentando i risultati, segnalando che superiamo gli 85 tipi di ortaggi coltivati annualmente, di alcuni ortaggi coltiviamo fino 7-8 diverse varietà. Per il 2016 l’obiettivo è quello di ricercare varietà sempre più rustiche, che abbisognino di meno trattamenti possibili e che siamo molto serbevoli, sia in campo che fuori. Abbiamo riscoperto un ortaggio “dimenticato” che è la rapa,  che dai tempi dei nostri nonni è praticamente caduto in disuso, molto versatile in cucina e decisamente ricco di forme e colori, molto resistente a parassiti….. quindi preparatevi! Siete avvisati!

Da un punto di vista strettamente economico, abbiamo condiviso il rendiconto economico entrate-uscite. L’anno è andato molto bene, abbiamo avuto un riscontro nettamente superiore alle aspettative, chiudiamo difatti con un piccolo margine di utile di 767 Euro che servirà a rimpinguare il capitale sociale (eroso dagli investimenti del 2014) ma con un incasso a fine anno di 8000 Euro superiore alle previsioni, dovuto sia all’aumento di 1 euro dei prezzi delle cassette (deciso nella precedente Assemblea) sia alla quantità di farina di Verna venduta (che avrebbe dovuto essere sufficiente fino al prossimo Giugno mentre è andata esaurita tutta lo scorso Dicembre). Circa 88200 di ricavi, 36000 euro per 3 salari lordi e 51400 circa i costi. I costi di produzione e gli investimenti incidono ancora per il 60%, è chiaro che si tratta di una percentuale elevatissima, su questo aspetto dobbiamo indiscutibilmente migliorare contenendo le spese il più possibile.

Il budget 2016 non si discosta di molto da quello del 2015, caleranno sicuramente i ricavi da farina disponendo unicamente di farro fino alla prossima trebbiatura, terminati anche i ceci, scarsissima la quantità di fagioli secchi disponibili (causa raccolto disastroso), prevediamo anche meno ricavi da trasformati, viste le scorte limitate a magazzino. Con questi presupposti non è pensabile per il 2016 inserire un quarto stipendio nè aumentare gli stipendi oltre i 36000 euro lordi/anno per 3 persone pari a 1000 Euro/lordi mese. Questo al fine di chiudere il 2016 in pareggio.

budget

Siamo quindi entrati nel cuore della CSA valutando prima di tutto come è andato l’anno 2015. L’obiettivo era stato di verificare se le famiglie fossero disposte a pre-finanziare almeno il 50% dei costi di produzione dei soli ortaggi pari a 25000 Euro. E’ stata raggiunta la cifra di 14500 Euro di cui i primi 8.870 Euro, arrivati entro il 30 Aprile, sono stati utilizzati per:

3000 euro – 2 tunnel autoprodotti di 130 metri lunghezza complessiva

500 euro – nuovo impianto piccoli frutti

1100 euro – acquisto attrezzature (erpice/autobotte/macinone trinciastocchi – tutti usati ovviamente)

1800 – acquisto piantine da Vivaio Biodinamico Barbieri

3 salari (non previsti) mese di Marzo (830 x 3 lordi)

Oltre al conto meramente economico abbiamo sottolineato l’estrema importanza di tutti gli aiuti che, in un’ottica di economia solidale sono arrivati e che ci hanno permesso, in cambio di un sorriso, un stretta di mano o di un pò di verdura, di contenere le spese:

Elena: gestione ordini, contabilità, aggiornamento sito e f/b, newsletters, rapporti con fornitori, con CIA, etichettatura prodotti, gestione grano/farro, mulino e laboratori di trasformazione, consegne, ricette, distribuzione in generale, organizzazione eventi e promozione + Billel (tirocinio Csapsa): 5 mattine (discontinue) a settimana da Novembre a Febbraio 2016 per lavori nei campi + Andreana: tutta la parte grafica  + Nunzia: controllo di gestione  + G.Luca: manutenzione sito + Francesca e Antonella: distribuzione Bazzano e Bologna + Nadia/Carla/Massimo/Silvia: concessione dei terreni in cambio di prodotti.

Per il 2016 proponiamo quindi di aumentare sensibilmente il numero delle famiglie aderenti (40 attualmente) mantenendo le stesse modalità del 2015: le famiglie saranno libere di anticipare una quota a scelta da cui scalare gli acquisti che saranno effettuati nel corso dell’anno. Questo ci consente di contare su una rete certa di sostenitori e ci permette di non entrare in sofferenza di liquidità e/o indebitarci dal momento che Febbraio/Marzo sono mesi di entrate limitate o nulle mentre il grosso delle spese e investimenti avvengono tra Febbraio e Agosto/Settembre. 

Il modulo per sostenerci è on-line!

Stefano e Claudio di Arvaia sono intervenuti a portare la loro esperienza di CSA già al 100% in cui tutto il budget degli ortaggi è interamente pre-finanziato (in un’unica soluzione piuttosto che a rate) dagli aderenti confermando sostanzialmente che la piccola agricoltura contadina non ha possibilità di concorrere con i prezzi dell’agro-business che però fissa i prezzi di riferimento dei prodotti. In una CSA al 100%, a cui auspichiamo di arrivare nel giro di qualche anno anche noi, il prodotto avrà perso il suo prezzo ma riguadagnato il suo valore perchè semplicemente, una volta che tutto il budget di spesa è coperto, ci si suddivide semplicemente il raccolto.

Presenti anche i nostri amici de Al Vecchio Biroccio spacciatori di agrumi squisitissimi!

Concludiamo con un ricco aperi-cena e un Buon compleanno!

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