Assemblea 17/2/2018

Un bel pomeriggio sabato 17 Febbraio scorso presso la Scuola Steineriana di Bologna!

  

Il 2017 è stato un anno molto particolare: decisamente più faticoso rispetto al precedente, caratterizzato da scarse precipitazioni, calura prolungata e particolarmente intensa che, in taluni casi, ha coinciso con magri raccolti (ceci e girasole in particolare) ma anche con abbondanza di cereale (Farro Dicocco, Grano tenero Verna e grano duro Senatore Cappelli). E’ stato impegnativo condividere il raccolto con famelici animaletti: fagiani, lepri e arvicole in primis, d’altro canto sono stati più limitati i trattamenti contro funghi e acari (che di norma vengono effettuati con rame, zolfo, piretro e macerato di ortica).

Per il 2018 la rotazione colturale prevede, per la coltivazione estensiva, a Monteveglio di 2,8 ha di girasole e a Crespellano per 1,5 ha i ceci. Entrambi dovrebbero, da quest’anno, essere venduti con la certificazione biologica in quanto, sul seminativo, abbiamo aderito al regime di certificazione a inizio 2016 proprio per riuscire, laddove siamo costretti a coltivare in maniera massiva, a valorizzare come biologico a tutti gli effetti un prodotto che biologico lo è da anni “di fatto” ma non “sulla carta”.

Abbiamo ricordato come, nella passata Assemblea, nonostante si fosse votato a larga maggioranza il passaggio alla CSA “integrale” (sulla base del budget annuale della sola produzione di ortaggi era stata definita una quota annuale media suggerita per famiglia – paria 528,00 euro/anno – rateizzabile), che sancisce la formula per cui gli aderenti arrivano semplicemente a dividersi il raccolto senza più dover calcolare il valore monetario di ogni singola cassetta e di come, visto il numero non statisticamente significativo degli intervenuti, avevamo scelto, di continuare a restare legati al prezzo-prodotto e alla libera possibilità di scelta, pur incentivando il passaggio totale a questa forma di pre-finanziamento.

E’ indiscutibile il fatto che è stato possibile aprire una realtà agricola con una esposizione iniziale minima, pari a 8500 euro complessivi,  sostenere le spese di 5 tunnel, tutti gli attrezzi agricoli, trattore, capanni, attrezzature varie, l’impianto dei frutti e delle aromatiche, unicamente grazie al circuito virtuoso di chi ci ha praticamente concesso un prestito infruttifero, senza trovarsi mai nella situazione di dovere ricorrere a fidi o anticipi ad alcun istituto bancario. Non solo: trattandosi di una attività stagionale e che necessita di denaro liquido principalmente nei primi 8-9 mesi dell’anno per far fronte a tutti i mezzi agronomici che consentono la produzione, lo squilibrio tra entrate e uscite, farebbe sì che le remunerazioni sarebbero ben al di sotto del livello minimo di sussistenza per diversi mesi all’anno e molto abbondanti negli ultimi mesi. Ciò non aiuta chi vive in affitto, chi deve pagare mutui e bollette ed è importante avere un reddito minimo mensile. Senza incassi durante i mesi di chiusura e con parte degli introiti del periodo estivo che vengono utilizzati principalmente per saldare le  fatture, il rischio di andare in sofferenza di liquidità è reale. In questo modo, oltre a potere contare su un gruppo solido di sostenitori affezionati, è stato possibile proseguire con un salario mensile sempre uguale, (indipendentemente dall’apporto in ore che ognuno di noi riesce a dedicare al progetto) anche durante il periodo di fermo, che nel 2017 è stato di circa 6 settimane. Il CSA è lo strumento perfetto perché, soprattutto se versato nei primi mesi dell’anno, permette di non esporsi economicamente durante i mesi di minore giro di liquidità. Nonostante tutto, il reddito per gli agricoltori che, anche se è cresciuto decisamente negli anni, rimane assolutamente poco congruo rispetto alle ore di lavoro dedicate.

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Abbiamo ricordato che stiamo portando avanti un tipo di agricoltura basato su un ridotto utilizzo di carburanti fossili e un larghissimo impiego di lavoro manuale: in genere i trapianti, che si susseguono al ritmo da 1000 a 120000 piantine a volta, vengono effettuati a mano con cadenza 15inale da Febbraio a metà Ottobre per consentire una produzione costante per 11 mesi all’anno. Anche le semine e il diserbo, i trattamenti contro le patologie – tutto viene effettuato manualmente e principalmente nelle giornate in cui la distribuzione è ferma (dal venerdì pomeriggio al lunedì – da Aprile a fine Ottobre i week-end sono in genere tutti lavorativi).

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Il numero di famiglie coinvolte nella CSA e la quantità dei versamenti è aumentato dal 2015 al 2017 da 50 a 84 famiglie coinvolte nel progetto ma con una leggera flessione nel 2017 rispetto all’anno precedente di quota media di spesa annua che è passata da circa 400 euro/anno del 2016 a 324,00 euro/anno.

Per ridurre errori e tempo dedicati alla gestione dei versamenti, è di enorme aiuto il gestionale acquistato nel 2016 e recentemente è stata introdotta la possibilità di registrarsi attraverso la propria e-mail (che corrisponde alla login) direttamente sul sito da QUI per avere accesso alla propria posizione CSA automaticamente ogni volta che si effettua un ordine. Sono ancora in pochi che accedono utilizzando questa modalità, approfittiamo per ricordarlo ancora una volta. Come fin’ora è stato, la scelta dell’ammontare del versamento (come indicato sul modulo) è a libera discrezione e possibilità delle famiglie e può essere rateizzato in più tranches durante il corso dell’anno.

Data l’energia necessaria per portare avanti il progetto, che resta decisamente sovradimensionato rispetto alle forze in campo e che giustifica l’impostazione di raccogliere gli ordinativi direttamente on-line e di processarli attraverso l’utilizzo del nuovo gestionale, fa sì che il lavoro possa essere organizzato al meglio, senza perdite di tempo oltre che senza sprechi di prodotto in questo modo, infatti, gli agricoltori sanno con precisione quanti kg di ortaggi devono raccogliere quotidianamente senza sprechi.

Dal momento che non abbiamo l’obbligo di bilancio, ciò che può essere analizzato annualmente sono le voci di spesa entrate/uscite. Ecco riproposto la versione semplificata del Rendiconto 2017_ Budget 2018. Non ci sono grossi scompensi rispetto a quanto ci si attendeva se non un raddoppio dei costi relativi alla produzione dei cereali (e di tutta la relativa gestione) che non era stato preventivato. Questa è sostanzialmente la ragione principale per cui l’obiettivo del 4° stipendio non è stato raggiunto nemmeno nel 2017. Abbiamo proseguito però l’accantonamento di una quota di 2000 euro che potrà servirci, se tutto andrà bene, per sostituire l’auto di famiglia quando passerà a miglior vita (visto che viene utilizzata all’80% ad usi Biricoccoli) o utilizzato nel caso dovessero verificarsi disgrazie varie (grandinate etc..).

 

Abbiamo posto una questione che riguarderà in maniera incisiva il budget del 2018: per 4 anni siamo stati tra i fornitori di ortaggi del Punto Macrobiotico di Bologna di via Tiarini.  Il fondatore dell’Associazione UPM presente in tutta Italia dal 1980, Mario Pianesi ha contribuito a diffondere importanti concetti attraverso incontri, conferenze, progetti, seminari e convegni (nazionali ed internazionali) per promuovere stili di vita ed alimentari più sostenibili e per il mantenimento, il recupero e l’incremento di tutte le aree verdi del nostro Pianeta, la lotta alla desertificazione, la equa remunerazione dell’agricoltore, dal cui lavoro dipende la salute dell’uomo e quella del pianeta. Ha ideato, sperimentato e proposto, fin dai primi anni ’70, un metodo agricolo (la Policoltura MA-PI) che parte dalla tutela e osservazione delle piante spontanee, che guideranno la scelta delle colture più idonee armonizzando le antiche tradizioni millenarie con i riferimenti scientifici di base più importanti (dal pH dei suoli, alla biodiversità, allo studio delle biomasse, etc.). La Policoltura MA-PI si basa, inoltre, sulla riproduzione spontanea dei semi (ogni contadino dovrebbe lasciare per questo almeno un 10% dei suoi terreni) ed il recupero di antiche ed autoctone varietà di cereali, ortaggi, legumi, frutta, etc. La coltivazione esclude prodotti chimici di sintesi, si basa su  prodotti di stagione, in rotazione e consociazione fra di loro, circondati da siepi e sotto file di alberi autoctoni (distanti fra loro dai 5 ai 10 metri, dipendentemente dal tipo di terreno).

Al di là delle ottime intenzioni del fondatore, gli alti ideali si scontrano con problemi contingenti e, l’UPM di Bologna, dopo averci richiesto una revisione di alcuni prezzi al ribasso nel 2017, in fase di accordo del nuovo contratto 2018 e stesura del loro piano colturale, ci ha comunicato di avere deciso di avvalersi di altri fornitori che forniscono loro un prodotto a un costo talmente basso che non potremmo in ogni caso mai raggiungere. Dal momento che il loro volume/annuo superava i 21mila euro (una media di 1800 euro/mese x 12 mesi l’anno) ciò implica che almeno uno stipendio per il 2018 è a forte rischio se non riusciamo a correre tempestivamente ai ripari. Abbiamo già provveduto a contattare un lungo elenco di Ristoranti/Agriturismi alternativi, ricontattato tutti i GAS della Provincia con deludenti risultati, almeno per ora.

ATTENZIONE: Non possiamo evidentemente entrare nel merito delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto UPM e Mario Pianesi a metà di Marzo, ci auspichiamo che la giustizia faccia il suo corso nel far luce sugli accadimenti diffusi dagli organi di stampa. NdR

Considerando che la stragrande maggioranza di famiglie acquista cassette di piccole dimensioni (3 e 4 kg coprono l’84% degli acquisti), i 21800 euro mancanti si potrebbero tradurre nella necessità di incrementare il numero di famiglie aderenti con circa 60 cassette a settimana

   

o, come suggeriva Roberto, dedicarsi ai mercati ma a conti fatti servirebbero almeno 3 mercati a settimana, cosa difficilmente praticabile dal momento che 3 persone nel campo sono già di per sé insufficienti a coprire le attività agricole ed Elena ha un lavoro part-time da dipendente (che per ora manterrà) dal momento che, dopo 4 anni, il 4° stipendio è stato messo nuovamente a budget ma ben difficilmente potranno esserci risorse per attivarlo. Tra l’altro, sugli ortaggi non è stata richiesta la certificazione biologica quindi il suggerimento di rivolgersi a botteghe, ristoranti, negozi certificati non è una strada percorribile. La via più semplice potrebbe essere che almeno il 50-60% delle famiglie che oggi sostengono il progetto, trovassero un nuovo aderente tra colleghi di lavoro, amici, condomini, famigliari prossimi. Se avete agganci con gruppi di persone, circoli, Associazioni, Aziende che vogliano offrire benefit ai dipendenti …avvisateci!

Questa è la ragione per cui sono stati stilati 2 diversi budget: uno positivo (prevedendo di riuscire a rimpiazzare le entrate mancanti e andare in pareggio) e uno pessimista: non riusciremo nell’intento e chiuderemo in forte passività. Tra l’altro, la produzione di ortaggi è un processo che dura diversi mesi, non è semplice prevedere ora quante piantine in meno ordinare al vivaista (anche se una parte degli ordini è già stata disdetta): potremmo arrivare ad avere forti esuberi o, viceversa, notevoli carenze di prodotto, dovendo decidere con molti mesi di anticipo il piano colturale e non sapendo come evolverà effettivamente la situazione.

Siamo altresì consapevoli che questi metodi di distribuzione alternativi presentano diverse difficoltà oggettive rispetto al semplice gesto di riempire il carrello del supermercato e presuppongono una convinzione e consapevolezza delle ragioni che portano ad aderire a un progetto come questo, un profondo lavoro su sé stessi che difficilmente potrà avvenire dall’oggi al domani. Nel corso del 2017 sono state tantissime le famiglie che hanno iniziato gli acquisti per abbandonare dopo pochissimi tentativi.

Fatto salvo che l’obiettivo resta comunque quello di eliminare progressivamente il giro di denaro contante passando, grazie alla comodità del conto on-line, al 100% CSA, per agevolarne la diffusione stiamo progressivamente cercando di convertire il maggior numero possibile di punti di consegna a modalità self-service, consentendo così la possibilità di ritiro in orari più ampi che possono maggiormente andare incontro alle famiglie. Da subito il punto di Bazzano passerà a ritiro autonomo: davanti a casa Marangoni è stato già posizionato uno scaffale protetto da pioggia/sole dove sarà possibile ritirare dalle 18,00 in avanti, sollevando così Francesca dall’impegno volontario di distribuire le cassette un’ora a settimana. A meno che, qualcuno non abbia la veilletà di prendersi questo incarico! Durante il periodo di chiusura vedremo di lavorare meglio su San Giovanni in Persiceto dove è presente il gruppo di famiglie più numeroso. A Riale e Zona Stadio a Bologna se qualcuno ha delle idee (o vuole proporsi per la distribuzione nel proprio cortile) sono assolutamente ben accette!

Attendiamo suggerimenti/riscontri/domande da parte di coloro che non sono stati presenti all’incontro. I presenti si sentano liberi di integrare il resoconto mandandoci i propri commenti.

Nel frattempo apriamo la campagna CSA 2018 – questo è il momento buono per sostenerci: il modulo lo trovate QUI

l’IBAN è IL BIRICOCCOLO – IBAN IT42J0538736610000002186747

Il secondo invito è: passate parola al vicino di casa!

PS: Ultima nota che non è stato possibile affrontare in Assemblea per mancanza di tempo: stiamo cercando di comprimere al massimo tutti i costi e abbiamo valutato con il fiscalista dell’Associazione di categoria che ci segue, di eliminare i costi relativi alle fatture non necessarie dal momento che la registrazione da parte loro ha un costo a fattura e la stragrande maggioranza tra voi non la scarica. Quindi, a parte i possessori di P.IVA, da quest’anno anche i CSA saranno registrati come corrispettivi. Se, oltre ai casi che già ci sono noti, qualcuno desidera continuare a ricevere fattura ci informi, diversamente emetteremo una ricevuta fiscale per i soli prodotti assoggettati (no sull’ortofrutta in quando esonerati).