Assemblea 02/4/2023

Finalmente, dopo 2 anni di incontri on-line una giornata in presenza allietata dalla pioggia! In tanti hanno desistito ma la giornata si è svolta in maniera davvero piacevole! Sono rimasti 2 ombrelli! Chi li ha dimenticati ancora non ci ha contattato: lo faccia tranquillamente!

NB: per visualizzare in maniera nitida e ingrandita le slides è sufficiente clikkarci sopra!

Molti partecipanti erano famiglie aggiuntesi recentemente o interessate ad aderire al nostro gruppo di acquisto pertanto abbiamo riassunto le puntate precedenti raccontando del lavoro svolto in questi anni, del progetto CSA: chi ne entra a far parte sostenendo fattivamente i costi di produzione,  “entra nel piano colturale” : ciò significa che una parte di produzione ortiva (e tutto ciò che ne consegue: acquisto di semi, ordini ai vivaisti di piantine e tutti i costi diretti e indiretti connessi a ciò) viene destinata a quella specifica famiglia. Si tratta, a tutti gli effetti, di una “adozione” di una parcella di orto, che presuppone il ritiro, il più possibile regolare, del proprio paniere di ortaggi diversamente, trattandosi di beni deperibili, il rischio di dovere lasciare troppo a lungo nei campi un ortaggio che si rovina diventa uno spreco di cibo (che è esattamente il contrario del progetto che stiamo portando avanti!). E’ assolutamente controproducente versare denaro e “dimenticarsi” per settimane o mesi di ordinare e ritirare perché non abbiamo molte possibilità di “allocare” diversamente gli ortaggi: serviamo l’Emporio Solidale Camilla di Bologna e alcune altre piccole realtà tipo agriturismi, ma il progetto si intende destinato alle famiglie! In tanti d’estate hanno un orto proprio o dei nonni, l’importante che la giusta informazione passi per regolarci di conseguenza.

Durante la passeggiata abbiamo avuto modo di raccontare come vengono coltivati gli ortaggi, la motivazione di determinate scelte, anche varietali, la concimazione e le avversità di patogeni e animaletti vari che si contendono il cibo con noi umani, la delusione dell’utilizzo del mater-bi come pacciamatura per le infestanti e la fatica del diserbo manuale rispondendo alle varie domande direttamente in campo.

Abbiamo altresì mostrato i terreni attigui, già biologici, che sono in vendita di cui siamo in trattativa per l’acquisto, di questo aspetto daremo aggiornamenti non appena possibile.

Al ritorno non abbiamo disdegnato un lauto “brunch”, dobbiamo assolutamente complimentarci per tutte le delizie che i presenti hanno preparato per condividerle tra noi!

Ci teniamo ogni anno a ritagliarci un momento  per ritrovarci con chi lo desidera e, non da ultimo, anche se pare l’aspetto più noioso, condividere anche gli aspetti economici: dal momento che ci state prestando il vostro denaro a tasso 0, è giusto che veniate a conoscenza di come viene speso!. A parte ciò, non dovremmo mai dimenticare che ogni volta che facciamo uscire un euro dal nostro portafoglio stiamo votando (l’unico voto che oggi ha un senso): o votiamo per la grande distribuzione (e il suo carico di sfruttamento delle risorse e degli agricoltori e inquinamento dell’ambiente con molecole tossiche e persistenti) o votiamo per le piccole realtà a basso impatto – è sempre una scelta personale.

Abbiamo commentato l’andamento delle produzioni estensive: Senatore Cappelli e Farro, mentre attendiamo con l’estate il raccolto di grano Verna a Crespellano e ceci a Monteveglio.

Per ciò che concerne l’estensivo, a Crespellano abbiamo trebbiato 50 q.li di farro Dicocco, davvero un’ottima produzione che, però, una volta decorticato, ha significato 26 q.li di granella. Questa è la ragione per cui in effetti il farro ha un costo così alto, non solo la decorticazione è una lavorazione parecchio costosa ma quasi il 50% del raccolto è inutilizzabile. Per contro, il Senatore Cappelli a Monteveglio, ha reso 30 q.li contro i 75 attesi, su quel terreno, gestito di fatto da un conto-terzista con costi davvero notevoli, dovremo fare una seria riflessione perché qualsiasi intervento di concimazione ha costi elevatissimi ma, d’altra parte, non è più rimandabile: la fertilità va scemando e la sola rotazione delle colture (alternanza di cereali e leguminose) non è più sufficiente.

Siamo quindi passati agli aspetti più prettamente economici: rispetto agli anni precedenti c’è stata una flessione di circa 13.000 euro di vendite rispetto al 2022 e di 14.400 euro rispetto al 2021 che ha impattato soprattutto sugli sfarinati e trasformati vari (farina, prodotti da forno, pasta, legumi e trasformati). Le vendite ammontano a 131.700,00 euro.

A livello di contributi comunitari, abbiamo ricevuto circa 2.300 euro di contributi per la PAC ma ancora nulla per la certificazione biologica e siamo in attesa di capire dai consulenti la motivazione di tale mancato pagamento (che dovrebbe aggirarsi sui 600-700 euro e ci serve per coprire i costi della certificazione biologica). Le entrate totali sono pari a 134.000,00 euro.

Sono stati fatti davvero i salti mortali per riuscire a mantenere bassi i costi complessivi, considerando che abbiamo avuto, come tutti, rincari dei costi delle materie prime tra il 20 e il 50%, non solo: nel 2022 abbiamo speso per i dipendenti “estivi” (di più non possiamo permettercelo), la somma più alta rispetto a tutti gli 8 anni precedenti: 10.200,00 euro. Le uscite totali ammontano a 147.235,00. L’azienda agricola avrebbe quindi chiuso l’anno con un passivo di circa 7.800 euro, che nel nostro piccolo, è una situazione onestamente allarmante. La decisione di essere azienda multi-funzionale è stata vincente, dal momento che la Fattoria Didattica ha lavorato davvero tanto (circa 12.000,00 euro) e gli utili sono serviti per ridimensionare la perdita di fine anno a soli 1068,00 euro. Lo schema qui sotto riporta nel dettaglio quanto sopra esposto.

La CSA si riconferma uno strumento estremamente utile poiché, se durante la prima parte dell’anno (in genere fino all’estate o poco oltre), i “prestiti” CSA vengono utilizzati per fare fronte a tutti i costi di produzione inclusi i salari, senza dover ricorrere ad alcun prestito bancario, durante gli ultimi mesi dell’anno, una volta che la maggior parte delle spese è stato sostenuto, si fa in modo di ricostruire interamente il “debito CSA” per renderlo disponibile ad una eventuale ridistribuzione agli aderenti. Ciò a tutela di chi ci ha fattivamente prestato denaro ma non solo, è anche a tutela dei 4 soci stessi dal momento che, in una Società Semplice,  i soci sono materialmente responsabili con i propri beni personali in caso di problemi. Al 31/12/22 l’ammontare dei crediti residui era pari a 15.400,00 euro.

Pubblichiamo di seguito il RENDICONTO ECONOMICO nei dettagli, con le singole voci di spesa suddivise per centri di costo, dal momento che, nel verbale, per semplificare, le cifre sono state arrotondate. Essendo, il Biricoccolo una Società Semplice, non abbiamo obbligo di redigere un bilancio. Sono presenti i dettagli entrate/uscite, da utilizzare come raffronto, dal 2017 ad oggi.

Ritornando sulle uscite e, in particolare, sulla maggiore voce di spesa, la forza lavoro, nel 2022 (esclusi i 4 soci) sono stati spesi, come anticipato, circa 10.200,00 euro mentre per le remunerazioni dei 4 soci circa 52.600,00 euro a cui si aggiungono 11.300,00 euro circa di contributi INPS. La manodopera ha rappresentato, pertanto, il 65% dei costi totali. La discrepanza sui salari dei soci deriva dal fatto che Elena e Bruno hanno preso, lo scorso mese di Agosto, una “aspettativa non retribuita” :-), di seguito il dettaglio:

La remunerazione dei 4 soci aveva raggiunto il massimo storico nel 2020 con 1200 euro/mese netti x 12 mesi, una cifra che, sapevamo, avrebbe difficilmente potuto essere eguagliata in futuro. Difatti per il 2022 si è attestata per 12 mensilità sui 1140 euro/mese netti per Luca/Bea e 1050 euro/mese netti per Bruno/Elena. Non va dimenticato che il progetto richiede un monte ore decisamente ingente che, mediamente si attesta sulle 30-35 ore a settimana nei mesi invernali ma che da metà Marzo a metà  Novembre oscilla per lo più tra le 10 e le 12 ore al giorno, quasi sempre 7 giorni su 7.

Con il disavanzo positivo di fine anno siamo soliti accantonare il denaro che ci servirà per pagare i braccianti l’estate successiva, il problema del 2022 non è più, a questo punto, i 1068 euro di perdita, in quanto trattasi di una cifra davvero minima, quanto non essere riusciti ad accantonare nulla per il 2024 a favore di una voce di spesa che prevediamo comunque ingente, della quale soprattutto, non possiamo fare a meno per i 3 mesi estivi.

Per ora tentiamo comunque a non aumentare i costi delle cassette, ma il listino delle vendite ortofrutta “sfusa” sicuramente richiede un aggiornamento anche se quest’ultimo impatta principalmente negozi e ristorantini, più che le famiglie.

Vediamo cosa succederà nel 2023 e auguriamoci un’annata serena!

Come sempre, attendiamo suggerimenti/riscontri/domande da parte di coloro che non erano presenti e i presenti si sentano liberi di integrare il resoconto mandandoci i propri commenti.

I Biricoccoli